Il cambiamento prevede delle resistenze: è normale che sia così. Quando vogliamo cambiare, per quanto motivati, si attiva anche una parte di noi che di questo cambiamento non vuole saperne. Ho pensato di scrivere questo articolo per ridere un pò insieme sulle resistenze che più spesso ci capita di mettere in moto. Ridere o sorridere delle proprie paure è un’ottimo modo di farle diventare più piccole. Se qualcuno si sente “accusato” o si arrabbia leggendo questo articolo faccia i conti col proprio senso di inadeguatezza, con la paura del giudizio e con la frustrazione. A volte va bene anche che un articolo ci faccia arrabbiare se può servirci a metterci in moto. Anche questa è “guarigione”.
Le resistenze sono una parte di noi da benedire perchè il loro intento è di proteggerci dalle delusioni e dal dolore: fino ad oggi siamo sopravvissuti credendo ed agendo in un certo modo; Chi ci da la sicurezza che cambiando modo di agire, pensare e sentire la nostra vita migliorerà?
Certo la nostra vita finora magari non è stata poi così male o magari è stata facile, magari è stata dolorosa, magari semplicemente poco soddisfacente o complicata ma cosa ci garantisce che se cambio modo di pensare, se faccio questo corso/seduta/sessione via skype/minicorso le cose cambieranno in meglio? e se fosse imbarazzante? e se fosse doloroso? e se non servisse a niente? Per questa preziosa funzione delle resistenze, siamo loro grati, abbracciamole, riconosciamole. Riconosciamo la paura dietro le scuse, il timore e la pigrizia dietro gli impedimenti.
a)”Non me la sento, è una sbattita, devo muovermi”: Viviamo in una società in cui tutto si è automatizzato ed è “a domicilio”, anche la spiritualità e la crescita personale. Abbiamo perso il concetto di fare un viaggio per lavorare su di noi, di fare una fatica per partecipare a “un rito” (c’è chi fa fatica ad andare a messa nella chiesa in fondo alla via o alla lezione di meditazione al centro yoga accanto). In molte culture, come quella indiana o giapponese o dei nativi americani o del sud america è normale dover “faticare per imparare”, il viaggio verso il curandero, il maestro di vita, lo sciamano fa parte della guarigione stessa , è visto come una prova, un test per verificare quanto si sia veramente motivati.
Negli ashram si attende ore in coda sotto il sole per pregare collettivamente, in capanna sudatoria puoi aspettare ore sudando in 2 mq con altre dieci persone prima che tu possa avere il turno di dire la tua preghiera.
Quando cammini sul fuoco o sulle braci ardenti incominci ore ed ore prima a preparare la pira e fatichi ore per poi camminare 10 minuti.
Io non sono di certo un maestro di vita ne un guaritore , insegno semplicemente una disciplina ed aiuto le persone a fare qualche passo nel loro percorso di vita eppure ho sentito e visto ogni genere di resistenza. Se vuoi andare da qualche parte nella vita devi muoverti e muoverti costa impegno e a volte fatica, che banalità vero? eppure pare che non sia un concetto cosi’ chiaro per la parte di noi che resiste.
b)”Quando vieni a farlo nella mia città?” Quando ho voluto studiare con le tecniche di Jim Leonard, Sondra Ray, Louise Hay
ho viaggiato come un matto per anni: Roma, Verona, Trieste, Aosta, Bologna, Nizza. Parigi, Torino facendo tre lavori per pagare tutto. Ho dormito spesso e volentieri in auto. Molti miei studenti vengono a Milano da Palermo, dalla Sardegna,da Aosta, da Trieste, da Parigi, dalla Slovenia, dal Trentino, alcuni si alzano alle 4 di mattina pur di venire, imparare e stare con il gruppo. Perchè loro credono che valga la pena. E Tu? lo credi? Perchè se no è inutile parlarne.
Prima di lamentarti della distanza domandati:”E’ veramente questo il problema? Nell’epoca di treni e aerei a 19.90 superveloci e degli alberghi a 40 euro è questo il problema? Se dovessi farmi una vacanza a Sharm el Sheik sarebbe la distanza il problema? Se invece di andare a questo corso dovessi andare a fare una gita sarebbe veramente la distanza il problema? Ho visto spesso le stesse persone che ad ogni evento su FB ribattevano che non si teneva nella loro città, avere un impegno proprio il giorno in cui c’era un corso a 10 km da casa loro…la distanza non è il problema, la paura lo è.
c)”Non ho tempo. non è il momento” ……….”e quando pensi che lo avrai?” domando io. Non c’è un momento adatto per incominciare a guarire o a prendere consapevolezza, se non hai tempo ora per pensare a te stesso quando lo avrai? Meno ti stimi meno hai tempo per prenderti cura di te ma questa è una spirale discendente. Alla fine più aspetti a lavorare su di te, meno hai stimaM meno consideri importante trovare del tempo per te, meno lo trovi..riconosci in questo un gatto che si mangia la coda? Louise Hay sostiene che quando si vuole cambiare basta semplicemente decidere, il come si troverà. 🙂
d)”Eh ma i soldi…” Il soldi non sono un problema, il valore che tu dai al tuo benessere e agli strumenti per ottenerlo lo è. Chi lavora con me da tempo sa bene che spesso raccolgo offerte e fondi per le borse di studio e che appena posso cerco di venire incontro agli studenti proponendo i corsi a un prezzo etico. Eppure, “casualmente”, per alcuni questo non basta. Una volta nel 2013 con la mia assistente Anna abbiamo fatto un esperimento molto divertente: abbiamo raccolto i contatti di tutti coloro che sostenevano di avere un problema economico insormontabile; abbiamo trovato una sede gratuita e un gruppo di donatori che ha pagato le borse di studio, abbiamo proposto il corso a 10 euro (meno di una pizza), avvertendo tutti mesi prima; Delle 50 persone in elenco se ne sono presentate sette 🙂 Siamo ancora sicuri che sia SOLO un problema economico?
Quanto valore dai al tuo benessere? Nella tua scala di importanza pesa di più e ha più valore la consapevolezza e nutrire lo spirito o altro?Il costo di una seduta via skype di due ore è pari a un trattamento estetico o una tinta dal parrucchiere per le signore, sono cifre che spendete facilmente per una serata in discoteca o una gita domenicale in due (tra benzina, casello e pranzo),un abito…
Ora io sono fortemente convinto che anche i trattamenti estetici siano “terapeutici” e aiutino a sentirsi meglio, anche le gite, anche le serate con gli amici e a me va bene che le persone scelgano di prendersi cura di sè come meglio credono. Solo affrontiamo con onestà il fatto che il tema non è il denaro o il “costo” ma come preferisci spenderlo, o investirlo, assumiti la responsabilità di fare una scelta invece di cercare di darla ad altri.:-)
e)”Qui hanno bisogno di me”..ne sono certo! Hanno bisogno di te sano, vivo, vegeto e funzionante. Ti sei mai accorto
che quando stai meglio aiuti meglio gli altri? Quando sei sereno sei più paziente? Potresti insegnare quello che hai imparato e trasmetterlo alle persone che “hanno bisogno di te”. Questa è una scusa sopratutto femminile perchè , ancora oggi, le donne sono chiamate a un “care giving” maggiore dell’uomo. Eppure a furia di dare a un certo punto tu non ci sei più, dare diventa un automatismo vuoto e poco efficace. Come pensi di educare i tuoi figli ad amarsi e prendersi cura di sè se tu stessa non sai capace di prenderti una giornata per stare meglio?
f)”Non sono dell’umore” e vuoi fare qualcosa per cambiarlo o vuoi tenertelo? Perchè se vuoi tenertelo a me va benissimo ,mi domando solo se nel momento in cui venisse a bussare l’uomo o la donna della tua vita li manderesti via perchè “non sei dell’umore”? . Ecco il lavoro su di sè è come l’appuntamento con la persona più importante del tuo mondo : TU. Sei sicuro di voler rimandare perchè non sei dell’umore?
Sono certo che tutti ci siamo ritrovati almeno in uno di questi punti,sorridiamo di noi stessi e delle nostre paure. accettiamole, amiamole, lasciamole andare. Buttiamo il cuore al di là dell’ostacolo e facciamo qualcosa per cambiare la nostra vita, veramente, senza aspettare che altri lo facciano per noi o che sia comodo o vicino.
un abbraccio
Giancarlo Rabericati
Formatore e insegnante Louise Hay dal 1998
contatti: gian@louisehayitalia.org oppure 3271428376 da lun a ven dalle 11.00 alle 19.00