Spesso sento parlare molti motivatori in termini di resa=fallimento. In realtà arrendersi a volte può essere il miglior successo della propria vita. Pensate a cosa succede se non ci arrendiamo alla morte di qualcuno, a una separazione, a un licenziamento: rimaniamo nel nostro dolore, nel rancore, nella vendetta. Cerchiamo di “recuperare” posizioni, ci opponiamo, a volte perseverare è bene ma a volte no. Arrendersi è un’istinto naturale quando la nostra sopravvivenza è in gioco, chi continuerebbe a tenere la fune legata al masso che sta affondando nell’oceano solo per dimostrare che è “coerente” o “coraggioso”? Eppure a volte il masso pronto a trascinarci nell’oceano è cammuffato da mille buone intenzioni. Non cediamo in una discussione perchè l’interlocutore deve capire che sta sbagliando e il suo errore è macroscopico e lo porterà a fare sciocchezze (e il nostro paese è allo sfascio per colpa di chi la pensa come lui diremmo ora in clima elettorale) eppure quante volte siete riusciti a convincere il vostro interlocutore? a che prezzo? con quanto tempo speso e quali emozioni raccolte? A volte dobbiamo ammettere che uno scambio di opinioni non può portare necessariamente a una visione comune. Questo succede quando uno dei due interlocutori non è interessato ad abbandonare la propria posizione nemmeno di un millimetro. Spesso poi le persone si identificano con le loro idee e così i conflitti diventano esponenziali: “non si sta più discutendo cosa penso io, si sta discutendo di me”. In queste situazioni la persona sente messa in pericolo la sua stessa dignità e la sua identità e quindi non cederà mai. A volte il masso si nasconde dietro ai grandi sogni :”non posso mollare ora, è tutta la vita che” oppure:”non posso lasciar andare questo progetto perchè…”, “devo solo tenere duro, un giorno”. Ogni nostro sogno ha diritto di essere investito, ogni tentativo di essere provato, abbiamo il diritto di sognare, desiderare, volere, provare e sbagliare. Abbiamo anche il diritto di decidere che abbiamo investito a sufficienza e che ora possiamo abbandonare quel sogno; Possiamo lasciare che la vita ci porti altrove, sicuramente verso il nostro reale (ed inaspettato) bene. La paura che la vita non abbia nulla da offrire ci porta a non fidarci a non lasciarci andare, a non arrenderci. Così restiamo aggrappati ai nostri progetti palesemente “morti” con un attaccamento insano; ci ammaliamo, ci intossichiamo, ci facciamo sfiorare dalle cose belle della vita senza coglierle e , se non molliamo, andiamo a fondo con il nostro progetto.
Anche l’amore e le idee romantiche sono un bel vestito per le nostre idee di attaccamento. Pensiamo che “dobbiamo salvare questa relazione”, “il nostro amore basterà per tutti e due”, “l’altro è quello giusto e non ne arriverà mai un’altro migliore”, “siamo destinati da vita a vita, è Karmico”, “senza di me /senza di lui non ce la posso fare”, “l’amore vero arriva una volta sola”. Queste e molte altre idee romantiche spesso nascondono la paura di restare soli, di sperimentare il dolore della separazione, la paura del giudizio degli altri, delle conseguenze economiche della nostra scelta. Restiamo così aggrappati a relazioni tenute in vita artificialmente, magari cerchiamo l’evasione con l’amante, magari conviviamo silenziosamente e intanto la vita scorre, il nostro cuore si indurisce e si svuota e la freddezza prende possesso di noi. Stiamo affondando nelle acque gelide dell’oceano diventando gelidi noi stessi.
Quando ci rendiamo conto che è stato tentato di tutto, che il frutto potrebbe essere costato talmente tanto da risultare amaro, abbiamo bisogno di lasciar andare. Certo non è semplice ne piacevole: paura, dolore, confusione verranno a farci compagnia ma, se restiamo nel processo, presto lasceranno il posto a nuove emozioni: eccitazione, curiosità, entusiasmo.
Abbiamo bisogno di fidarci della vita, di ricordarci che meritiamo il bene e che per ottenerlo dobbiamo imparare a mettere insieme la nostra volontà e le nostre aspirazioni con il naturale fluire della vita stessa.
Come si incomincia a imparare ad arrendersi? Meditare è una buona tecnica, respirare anche (con la respirazione consapevole), per lasciar andare bisogna avere fede ed amore di sè: lavorate allo specchio con i metodo L.Hay: “io mi amo e mi accetto come sono, ora. Io merito il bene”
Lasciar andare, arrendersi alla vita spesso non è la fine, è l’inizio di ogni cosa buona.
Gian