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L’importanza di accettare il NO nella nostra vita

02 venerdì Mar 2018

Posted by Louise Hay Italia.org in adattamento, affermazioni louise hay, ama te stesso puoi guarire la tua vita, autostima, comunicazione efficace, consapevolezza, Corso ufficiale Louise Hay, Crescita personale, lasciar andare, libertà, louise hay ama te stesso, louise hay dire no, louise hay etica, louise hay il potere è in te, louise hay milano, louise hay monza, louise hay no, metodo louise hay, migliorarsi, potere del no

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accettare noAmare se stessi significa anche sapersi assumere la responsabilità di non soddisfare le aspettative altrui e non vedere soddisfatte le proprie. Spesso chi legge i libri di Louise Hay o si affaccia alla crescita personale per la prima volta pensa da “bravo bambino new age”. Essere spirituali significa quindi essere sempre disponibili, fare quello che gli altri si aspettano da noi, approvare sempre tutto e tutti, giustificarsi, sopportare. Questo però è ben lontano dall’essere il nucleo autentico del metodo L.Hay e anche della crescita personale. Quando incominciamo ad amare noi stessi per davvero incominciamo a capire che ci sono cose che vogliamo fare e cose che non vogliamo fare, cose che ci piacciono e cose che no, incominciamo a riconoscere noi stessi come autorità ed incominciamo a fare i conti con la parola NO. Sia subendola che agendola. Le altre persone fanno spesso di tutto per farci sentire il colpa o manipolarci in modo che soddisfiamo le loro esigenze. Non è una questione di cattiveria ma di bisogno, più hanno bisogno che noi facciamo quello che desiderano e più sono insistenti e manipolatorie. Certo il no fa male, quando qualcuno dice di no a una nostra proposta dobbiamo fare i conti con il fatto che questa persona la pensa diversamente e con un’emozione a cui siamo poco abituati: la frustrazione. Allo stesso modo quando siamo noi a dire di no dobbiamo fare i conti con il senso di colpa che questo gesto può provocarci. La nostra società non educa al NO e così le persone si trovano a non saperlo gestire. C’è chi uccide la compagna o il compagno perchè se ne vuole andare, chi stalkera e minaccia la persona che gli piace, chi si vendica, chi si chiude nell’offeso mutismo, chi pretende spiegazioni, chi si mette nella posizione del superiore (tanto non mi interessava). Abbiamo bisogno di fare i conti col dolore che questo no ci anima e di comprendere da dove nasce. Quando è stata la prima volta che ci hanno detto di no? ci siamo sentiti rifiutati? abbiamo superato quel rifiuto?
vera naturaAllo stesso modo abbiamo bisogno di fare i conti con la disapprovazione che il nostro no genera: Quando è stata la prima volta che abbiamo “disobbedito” alle aspettative degli altri? cosa abbiamo provato? l’abbiamo superato?
Siamo 8 miliardi su questo pianeta, potete immaginare cosa succederebbe se tutti soddisfacessero le aspettative altrui sempre e comunque? Esatto: nessuno di noi vivrebbe la propria vita. Ci possono essere dinamiche o comportamenti che non capiamo o che non approviamo ma abbiamo bisogno di lasciarli andare. Cosa succederebbe se ricevuta una lettera di diniego per un colloquio di lavoro ci presentassimo in sede chiedendo spiegazioni? Immaginate la scena surreale: candidato: “lei deve dirmi perchè non mi avete assunto” -il selezionatore:” Mi perdoni ma a che titolo pretende questa informazione?” -Candidato:”Perchè lei me lo deve, perchè io sono venuto a fare un colloquio se no non siete seri” -Selezionatore:”Guardi molto semplicemente non era idoneo” Candidato:”Perchè non mi avete scritto per dirmelo eh? e in che senso? Tutte palle, bugiardi, me lo dimostri ora”. Vi pare surreale? immaginate se succedesse per ogni singola persona che viene rifiutata in un posto di lavoro. Che cosa impedisce che succeda tutto questo? Il fatto che abbiamo sviluppato socialmente la capacità di accettare il no e lasciar andare in quel contesto specifico. Il candidato evidentemente si identifica con il posto, non ha una struttura solida che gli permetta di riconoscere che il no non è una negazione del suo diritto di esistere o valere. Pensate a quanto spesso succede con gli amici o con i conoscenti: un invito a pranzo o cena, un diniego e dall’altra parte una reazione o di offeso mutismo o di supplica (come no? daii vieni) o  di manipolazione (perchè no? non ti piacciamo più? spiegami perchè non vuoi venire). E in amore? “Devi dirmi perchè non mi ami più , dimmelo e ti lascerò in pace”(ricatto) lei/lui:” non so perchè so solo che questa emozione si è spenta e non ti vedo più come prima” lui” ecco non sai dirmi perchè per cui non ti lascio, mi nascondi qualcosa!” eppure l’amore non è processabile, non si può spiegare perchè amiamo e perchè no..il perchè è solo una scusa per non lasciar andare. Molti dei fatti di cronaca nascono da questa incapacità di accettare e lasciar andare e, molto più in piccolo, molta infelicità quotidiana nasce  dalla stessa dinamica. Che cosa è stato perso di vista in questo gioco? La capacità di investire in se stessi e nella propria approvazione, il fatto che ciascuno di noi è l’unica autorità della sua vita, noi per noi, ciascuno per se stesso. Quando dipendiamo dagli altri, dalla loro approvazione ed ammirazione abbiamo costantemente bisogno di sentirci dire di si, di sentirci accettati, approvati ed a volte ammirati. Non possiamo accettare che le persone escano dal percorso comportamentale che noi, nella nostra mente, abbiamo tracciato per loro, dicendoci di no o disapprovandoci.

cambiare-opinioni-e-sentimenti.jpgOggi più che mai lasciar andare è fondamentale: lasciar andare le discussioni, i conflitti, i bisogni, le dipendenze, le aspettative, i torti e le ingiustizie. Persino molte guerre sarebbero assolutamente superate se chi governa e la popolazione fossero così maturi e consapevoli da accettare un  no e lasciar andare il passato per quanto ingiusto. Stare nell’energia della rivalsa, della manipolazione, della mentalizzazione e razionalizzazione estreme ci indebolisce. Oggi incominciamo a dire qualche onesto no e sentiamo come questo ci fa sentire,  rifiutiamoci di dare spiegazioni o di giustificarci o di scusarci, siamo liberi di dire no in ogni momento, impariamo a rispondere al perchè “perchè non voglio”. Questo è uno dei risultati di un lavoro autentico del metodo Louise Hay: prendersi il potere di dire no e di scegliere, prendersi il potere di accettare il NO e andare avanti , lasciando andare.

Un abbraccio e felice giornata del NO a tutti 🙂

Se siete interessati a sviluppare questa competenza vi aspettiamo il 25 Marzo a Milano al seminario intensivo L.Hay sul lasciar andare.Dalle 10.30 alle 18.30. info ed iscrizioni a gian@louisehayitalia.org.

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Corso L.Hay:”Lasciar andare per vivere i propri sogni”

10 sabato Feb 2018

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18 MARZO CORSO LOUISE HAY X WORDPRESSSpesso possiamo avere la sensazione di vivere “col freno a mano tirato”. Può trattarsi del passato che non abbiamo lasciato andare, di relazioni tossiche con partner, amici, famiglia o di convinzioni e abitudini limitanti,possiamo essere limitati dalle convinzioni instillate dalla nostra famiglia o dalla nostra società, possiamo essere depauperati dalle frequentazioni con persone che ci fanno sentire deboli o ci privano della nostra “energia” o ancora bloccati da paure e timori che ci “legano le mani” impedendoci di fare.Ci rendiamo conto non di rado che un’esperienza è conclusa ma non sappiamo come dire addio. Altrettanto spesso succede che le cose finiscano, le persone ci lascino o che perdiamo qualcosa e non riusciamo a darci pace. Frustrazione, dolore, rabbia, pentimento, senso di colpa finiscono per invaderci ed intossicarci. Tutti noi abbiamo catene invisibili che ci tengono legati e che assorbono la nostra energia vitale. In queste condizioni è impossibile creare un futuro sereno, ovunque andiamo, qualsiasi cosa facciamo queste emozioni finiranno per rovinare tutto e rovinarci. Quando abbiamo fiducia in noi stessi, nella vita, Quando accettiamo che il cambiamento sia la natura della vita stessa ecco che di colpo lasciar andare diventa più facile. In questo stato di “grazia” impariamo a lasciare che il passato riposi in pace. Quando finalmente il passato diventa tale possiamo ricominciare a sognare senza paura, a sperare, a credere. quando lascio andare viene.jpgPossiamo realizzare i nostri obbiettivi senza l’oppressione della paura del fallimento o di ripetere gli errori passati. Sappiamo che possiamo provare e che ogni volta “è una volta nuova” e completamente diversa dalla precedente. Il passato è un tempo limitato, non è per sempre. Quello che è successo non deve per forza ripetersi. Le Ferite possono guarire. Durante il seminario “Ama te stesso – il potere di lasciar andare” impareremo semplici esercizi per lasciar andare, spezzare i legami che ci impediscono di crescere e andare avanti, , cambiare punto di vista, accedere al perdono di sè e degli altri. Partendo dalle basi del metodo Louise Hay esploreremo i contesti ed i pensieri che ci limitano e scopriremo differenti modi di lasciarli andare. Il seminario Rompere le catene vivere i propri sogni è un corso teorico pratico per imparare a liberarsi di tutti quei condizionamenti e quei legami che limitano la nostra vitalità e realizzazione. Durante questo intenso percorso sperimenteremo numerosi esercizi pratici da fare quotidianamente per incominciare a spezzare questi legami e riprendersi la propria energia, ritornare a prendere le proprie decisioni liberamente, ad agire secondo i propri desideri senza preoccuparsi delle critiche altrui o di dover compiacere gli altri . Tra gli altri lavoreremo con autori come Phillis Crystal, Dorothy Lewis, Louise Hay, Bernee Brown, con visualizzazioni, esercizi scritti, gesti simbolici, rappresentazioni grafiche. Si ricorda che il corso non è un corso di medicina o psicologia e lavora sul piano emotivo, simbolico, sottile ed energetico. La quota è di 70 eu, il numero massimo di partecipanti è 20. Se sei interessato richiedi la scheda informativa dettagliata a gian@louisehayitalia.org

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Rompere le catene..perchè?

19 venerdì Feb 2016

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copertina rompere le catene 20 marzoIn questi giorni ho appena presentato il mio nuovo corso “Rompere le catene, vivere i propri sogni“, frutto di 20 anni di insegnamento e studio del metodo Louise Hay e non solo.
Di cosa si tratta? Cosa vuol dire rompere le catene e perchè? Ecco una rapida descrizione punto per punto; Non si tratta di certo di una spiegazione esaustiva di tutte le catene che esistono e che toccheremo nel corso, ma può aiutarci a capire perchè vale la pena di liberarsene.
Ognuno di noi intesse legami sottili con gli altri, parti di sè e esperienze di vita, questi legami possono essere utili per mantenere saldi i nostri rapporti con altro da noi ma possono diventare limitanti .

Alcune catene e perchè  romperle:

catene rotte1)Quando non riusciamo a spezzare i legami con cose, persone e situazioni è come se vivessimo col freno a mano tirato..cerchiamo di andare avanti ma il nostro motore gira a mille e facciamo pochi metri. Il risultato è che spesso ci sentiamo spossati e incapaci di raggiungere le nostre mete.

2)Se non spezziamo i legami con le relazioni passate difficilmente ne costruiremo di nuove. Nessun nuovo partner sarà all’altezza, oppure vivremo nella speranza che l’altro ritorni o nel ricordo. Saremo talmente preoccupati di rivivere l’esperienza passata da non goderci quella attuale, sviluppando comportamenti ansiosi, aggressivi, manipolatori o a volte respingenti.

3)Se non spezziamo le catene con le esperienze che ci hanno fatto soffrire resteremo prigionieri della paura. Così non avremo il coraggio per fare cose nuove, metterci in gioco, rinnovarci, cambiare e finiremo per appassire nella routine quotidiana. Il dolore, la paura, la rabbia sono come dei topolini che rosicchiano i nostri talloni e prima o poi ci mettono a terra.

4)Quando è una memoria a tenerci prigionieri, tutto passa attraverso di essa. Non riusciamo a vedere nulla con obbiettività, la nostra mente torna sempre li’ e dove va il nostro pensiero va anche la nostra energia. In questo modo  poco a poco ci svuotiamo ed entriamo in un loop di pensieri sempre uguali. Ciò che è successo magari 20 anni fa è sempre presente, come se fosse appena successo. Tagliamo le catene col passato e partiamo verso il nuovo.

5)Le relazioni sono legami per eccelenza ma discussioni 3quando la relazione è tossica abbiamo bisogno di imparare a tagliare. Spesso le persone per paura della solitudine o per timore di non valere abbastanza non riescono a lasciar andare e si ritrovano a ritornare sempre al punto di partenza: si subisce, si litiga, ci si lascia e si ritorna insieme, come un criceto che gira sulla ruota. Questa esperienza è sfibrante e ci impedisce di avere nuove relazioni serene ed incontrare la persona giusta.

6)Ci sono parti di noi da cui abbiamo bisogno di prendere le distanze. Non si tratta di abolire in toto una parte: sarebbe come decidere di tagliarsi una mano perchè non riusciamo a coordinarne i movimenti, si tratta invece di riconoscere che questa è una parte di noi e non tutto ciò che siamo. In questo caso i legami vengono allentati quanto basta perchè questa parte possa essere vista e vissuta con distacco. E’ il caso degli eccessi di prudenza, delle convinzioni che possono diventare limitanti, dei comportamenti rigidi etc

feeeedom37)Uscire dalle situazioni che ci fanno soffrire: famiglie che non ci sostengono ma da cui continiuamo a cercare approvazione, persone che serbano rancore per cose successe mille anni fa nonostante le richieste di perdono, capi poco riconoscenti. Spesso , senza rendercene conto, siamo oggetto di manipolazione. Il nostro bisogno di amore, accettazione ed approvazione è come una catena che ci tiene legati al nostro aguzzino. non riusciamo a staccarci e a dire “NO, non lo faccio,non mi interessa cosa penserai”. Questa catena è molto pesante e nel contempo molto sottile e poco visibile, vale davvero la pena di spezzarla per ritrovare la libertà di essere e fare con la propria testa.

8)Dipendenze da cose, sostanze, persone, emozioni, queste sono le catene più visibili e anche le più facili su cui lavorare, paradossalmente proprio perchè sono molto grosse sono facili da percepire 🙂

Louise hay idee 20 marzo mil9)Le catene delle nostre idee e dei nostri comportamenti sono le più sottili e spesso si animano molte resistenze: “Cosa sarò io se rinuncio a questo comportamento pensiero?”. Noi, tutti noi, siamo molto di più di ciò che facciamo diciamo o pensiamo, abbiamo bisogno di ricordarlo sempre. Anche se cambiamo i nostri pensieri o i nostri comportamenti non smettiamo di essere ciò che siamo. Siamo qui per cambiare, per migliorare, per rompere gli schemi, anche i nostri stessi schemi, nell’ottica di una evoluzione e di una guarigione profonda.

10) Le catene sono come corde che ci tengono a terra mentre noi siamo fatti per volare, se non molliamo la zavorra, se non tagliamo le funi, non potremo mai librarci nel cielo e puntare in alto. Resteremo sempre nello spazio limitato del raggio d’azione dettato dalle nostre catene. LIBERARSI DALLE CATENE VUOL DIRE TORNARE A VIVERE

Se sei interessato a partecipare a questo corso puoi contattarci a gian@louisehayitalia.org opure al 3271428376 da lun al ven dalle 11 alle 19.00. 
La prossima data utile per la partecipazione è a Milano il 20 Marzo dalle 10.30 alle 18.30

 

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Possiamo uscire da qualsiasi situazione!

15 mercoledì Lug 2015

Posted by Louise Hay Italia.org in affermazioni, affermazioni louise hay, Cambiamento, forza, libertà, Louise hay, potere

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affermazioni di louise hay, affermazioni louise hay, cambiamento, idee, libertà, Louise Hay, pensiero positivo, realizzazione, situazioni

situazioni louise hay

Niente è immutabile, nemmeno i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre esigenze. Se qualcosa non ci và più bene possiamo cambiare, se una situazione non è più adatta a noi possiamo uscirne, non importa se l’abbiamo creata proprio noi, se l’abbiamo desiderata a lungo o meno. Spesso capita che, quando cambiamo ed acquisiamo nuove consapevolezze, le situazioni passate, magari sicure non ci vadano più bene. Spesso abbiamo paura: di rimanere soli, di sbagliare, di mandaretutto alle ortiche per nulla, di cambiare di nuovo idea. Spesso rimaniamo nelle situazioni “perchè si” o “perchè ormai”. Ogni giorno è un giorno nuovo, se abbiamo avuto il potere di creare quella situazione, di generale questa relazione abbiamo anche il potere di uscirne e “sopravvivere”. Nonostante tutto: le paure, i dolori, i dispiaceri ed i sensi di colpa è un nostro diritto e anche un nostro “dovere” portare avanti il nostro cammino verso la felicità e la nostra REALE realizzazione. Louise Hay scrive in ” Puoi guarire la tua vita”:  “Se non stiamo più bene in una relazione e non otteniamo risposte alle nostre richieste di cambiamento liberiamoci, se non stiamo bene in un posto di lavoro e non ci viene concesso alcun miglioramento cerchiamo in giro, se le nostre amicizie coltivano valori che non sono più i nostri siamo disposti a farne di nuove e lasciar andare le vecchie.”. Un abbraccio Gian gian@louisehayitalia.org

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Dis adattati e felici (da Dis adattati e felici di Giancarlo Rabericati)

01 mercoledì Lug 2015

Posted by Louise Hay Italia.org in adattamento, affermazioni di louise hay, counseling, Crescita personale, libertà, Louise hay, modelli

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disadattamento, disaprrovazione, essere se stessi, libertà, Louise Hay, moda, modellare, modelli, personalità, scopri chi sei veramente

images (39)“Sei troppo onesto/buono!”, “Non si fa cosi’!”,”Dai lo fanno tutti”, “Gli altri non lo fanno perchè tu si?”, “Si pensa ma non si dice”, “Devi imparare ad essere diplomatico ed adattarti”…quante di queste frasi vi risuonano? quante ne avete sentite in infanzia?

Molti di noi crescono in famiglie molto giudicanti, costantemente criticati, comandati e ricattati emotivamente (svilupperanno poi un carattere rigido), altri sperimentano questo tipo di pressione nelle istituzioni, scolastiche e non, altri ancora nel contesto sociale “sei strano, non ti vogliamo nel gruppo”.

Nel processo di sviluppo di ciascuno di noi esistono secondo Jung molte fasi ma due sono preponderanti : adattamento e individuazione. L’individuazione, in parole veramente semplici e semplificanti, è la capacità di riconoscersi,di  riconoscere le proprie istanze, il proprio sentire, i propri gusti , valori, principi e creare e alimentare la propria reale scala di valori e idea di giusto e sbagliato, per ritrovarsi e svilupparsi.

Dice jung in tipi psicologici:”Il concetto di individuazione ha nella nostra psicologia una parte tutt’altro che trascurabile. L’individuazione è in generale il processo di formazione e di caratterizzazione dei singoli individui, e in particolare lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla generalità, dalla psicologia collettiva. L’individuazione è quindi un processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale. La necessità dell’individuazione è una necessità naturale, in quanto che impedire l’individuazione, mercé il tentativo di stabilire delle norme ispirate prevalentemente o addirittura esclusivamente a criteri collettivi, significa pregiudicare l’attività vitale dell’individuo.“

Per verso contrario, altrettanto utile è l’adattamento: la capacità di adattarsi a quelli  (valori, principi, linee guida) degli altri;dove per altri intendo  il sociale, le autorità, le autorità morali e religiose, la famiglia, lo stato, i gruppi di amici. Se avviene un processo di adattamento cosi’ forte da inibire una adeguata individuazione le norme individuali e con esse Il criterio di cosa sia giusto e sbagliato per noi, di cosa ci rende felici, e cosa ci fa crescere, maturare avvicinare al nostro vero nucleo, viene dimenticato e viene assunto quello collettivo.

Nella nostra società, grazie ai media la pressione per un totale adattamento a criteri collettivi assoluti di bene e male, tvgiusto o sbagliato è ormai costante: Modelli estetici, cose da fare ed avere per essere felici ( e se poi non lo sei , fai finta di esserlo perchè cosi’ fan tutti), obiettivi che devono essere necessariamente per tutti il significato di successo… ma dove finisce il nostro spirito quando ci “iperadattiamo”? dove finisce il senso vero della vita che è la conoscenza  di sè e la consapevolezza, quando siamo completamente bloccati nei binari che la società ha scelto per noi? Semplicemente di spegne e diventiamo marionette , automi che sono scollegati da se stessi e dal proprio sentire (altrimenti “sentiremmo” che le cose non vanno bene per noi), rigidi nel giudizio o al contrario super indulgenti con noi stessi e con gli altri.

Come possiamo opporci all’iper-adattamento e diventare o rimanere dis-adattati e felici? ecco alcune domande interessanti che possono aiutarci a recuperare coscienza di noi stessi.:

1) Lo voglio fare davvero? domandatelo, sempre quando stai per fare qualcosa. Chi vuole fare questa cosa? tu? la hippiesocietà? i tuoi amici?E’ qualcosa che Vuoi fare, per davero?

2)Elimina il devo/dovrei dal vocabolario: puoi sempre scegliere, le scelte hanno un prezzo, a volte molto alto ma hanno anche un guadagno: la felicità e la stima di sè. Sei sicuro di dover fare questa cosa? perchè dovresti farla? è vantaggiosa? certo ci sono cosa che è bene fare se vogliamo mantenere i servizi, ad esempio è bene pagare le bollette se vogliamo avere l’elettricità, ma ricordiamoci che anche questa è una scelta. Questo ci aiuterà a pagare con maggiore serenità invece di sentirci “derubati” o costretti. Impara a usare: “IO VOGLIO”,” IO POSSO”, “IO SCELGO”, “PREFERISCO”,”è UTILE PER ME”

3)Chi stai facendo felice?: Quando fai una scelta, quando compi un’azione a quale voce interiore stai obbedendo? è la tua che ti chiede di essere felice?è ancora quella dei tuoi genitori/insegnanti che ti dice che DEVI farlo?e’ quello del partner che ti dice che ti amerà  e sarà felice SE farai cosi’?quando lo fai poi ti senti felice per te stesso o per aver soddisfatto un’aspettativa?

modelli4)Molla i modelli: ok ci sono bellezze e bellezze.Va di moda  esser alti magri e perfetti? bene, tu sei perfetto cosi’, se le persone ti amano lo fanno per come sei, se devi cambiare per essere amato allora o non è amore o quello che ameranno alla fine non sarai tu. Ma chi l’ha detto che questa cosa, persona vestito devono piacere a tutti? Perchè un perfetto sconosciuto dovrebbe dirti come apparire? che ne sa lui di te?Nei giusti limiti di ciò che è sano come ti piaci?

5)Mode? no grazie! Tutti vogliono l’auto grossa, grassa, e coi ruotoni? Mi fa piacere ma a te serve? la vuoi?ti fa veramente felice? perchè la vuoi? pensi che varrai di più possedendola? quali sono i reali vantaggi che ne trarrai dall’averla?
Quell’abbigliamento è “cool” ma a te piace? ti senti bene con quegli abiti addosso? senti che rappresentino il tuo personale modo di essere? cosa dicono di te?è vero?
Quel locale/ristorante è decisamente richiesto ma è il posto dove vuoi andare tu? la cucina,il servizio ti piacciono?

6)Fatti una cultura: Le persone ignoranti hanno vuoti, i vuoti li riempiono con le idee, i gusti ed i valori degli altri e diventano manipolabili. Come un computer senza software, chiunque può programmarlo come vuole. Programmati TU!

7)Imparara a stare bene con stesso, Se fuggi da te stesso e hai BISOGNO di compagnia sarai sempre ricattabile, chiunque potrà minacciati di lasciarti solo o isolato se non aderisci a certi valori/comportamenti.

giusto sbagliato8)E’ giusto? Non in generale…PER TE è giusto? è vero? è sbagliato? perchè? Non accettare senza discriminare qualsiasi cosa ti dicano media e società. Per te questa azione è giusta? questo obiettivo è interessante? questa idea politica/religiosa/etica è valida? questo comportamento è rispettoso di te e dei tuoi valori?

9)Scegli le compagnie! tutti frequentano quella persona: bella, vincente di successo  ma a te piace? condividi le sue idee? ti fa stare bene? tu sei la migliore compagnia al mondo per te stesso,con quella persona ti senti meglio o peggio di quando stai da solo? Se credessi quello che crede quella persona o quel gruppo di persone che persona saresti? ti arricchiscono le loro idee? Diventiamo chi frequentiamo nel bene e nel male. tutti pensano significhi che dobbiamo frequentare vincenti per esserlo a nostra volta, ma forse sarebbe bene frequentare persone UMANE , indipendentemente dal loro status sociale, per ricordaci chi siamo e cosa siamo veramente.

10)Perfezione? no grazie! tutti siamo imperfetti e nella nostra imperfezione c’e’ la nostra unicità e c’è sempre margine di miglioramento. Quindi dimentica la perfezione, dimentica la perfezione (si lo ripeto) e sii TE STESSO, accetta di poter sbagliare ed essere felice ugualmente! 

11)Modellare un “vincente”.. avere un modello? anche no! Uno dei bullopeggiori falsi miti perpetrati da chi insegna  crescita personale a spanne è  “trovati un vincente e modellalo” (cioè in soldoni imitalo o copiane le procedure e i sistemi di valori dichiarati, come se bastasse). Attuando questa procedura senza alcun rispetto per l’identità e il carattere personale, ci ritroviamo un mare di persone che si comportano tutte nello stesso modo:stessi atteggiamenti, stesse frasi, stesse modalità, persone che si rubano reciprocamente idee e progetti; non si crea nulla di nuovo…

.Nessuno è perfetto, nemmeno le icone che ti mostrano ogni giorno in tv.

La modella taglia 16 che tanto invidii? Ha fame! Non dorme di notte e sogna le pizze.

Il guru sempre perfetto e felice? magari si sente solo!!!.

Il vincente che realizza tutto, è ovunque e dice che tutti possono farcela da soli? Magari ha un team di gente che lavora per lui gratis, è dipendente dal lavoro non può godersi un solo minuto di ferie senza sentirsi male.

Il coach che ti promette miliardi in tre settimane?Magari è ricco di famiglia, ha sposato la figlia del più ricco studio di commercialisti d’europa e non ha mai fatto i conti con le bollette…

TU non puoi sapere chi sono veramente i tuoi modelli!!!

Non voler essere nessun altro, dimentica l’idea di “modellare” qualcuno e modella te stesso secondo i tuoi valori.

Lascia andare il passato. non importa chi e come sei stato finora, cosa hai voluto finora, puoi cambiare, ora, adesso e diventare chi sei veramente. Unico, libero.

Giancarlo Rabericati

Insegnante ufficiale Louise Hay dal 1998 , Trainer, Counselor.

http://www.louisehayitalia.org http://www.studiocounseling.com gian@louisehayitalia.org

Tutti i contenuti di questo articolo sono riservati, vietata la riproduzione  anche parziale senza indicare i crediti.

info@studiocounseling.com

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